Luciano URAS: Congresso del Popolo Sardo

dall'Unione Sarda del 30 Gennaio 2009. Lettera aperta di Luciano Uras ( consigliere regionale uscente del Prc ricandidato, primo della lista, nel collegio provinciale di Cagliari ) al Presidente Renato Soru sulle emergenze dell'Isola. «Faremo il congresso del popolo sardo» «Dobbiamo assumere l'impegno di convocare il secondo Congresso del popolo sardo». Cinquantanove anni dopo Emilio Lussu, il politico di Armungia padre del Psd'Az che per primo portò l'Isola in piazza in nome dell'autodeterminazione, a riprovarci è Luciano Uras (Prc). Il consigliere regionale uscente, ricandidato a Cagliari, lo fa con una lettera aperta all'ex governatore Soru. «In questa campagna elettorale - scrive - non si decide solo il destino di un'amministrazione, ma quello tra due contrapposte visioni di libertà e partecipazione democratica, di economia e società, due concezioni profondamente diverse anche sull'identità di popolo e comunità». Rifondazione, intanto, da leva sul reddito di cittadinanza e il welfare locale. «I tempi sono maturi perché trovino applicazione», incalza il segretario regionale, Michele Piras.LA LETTERA Carta, penna e un obiettivo: «La vera rinascita, quella unica possibile fondata sulla convinta consapevolezza di essere popolo». Su questo terreno scorre la proposta di Uras che spinge gli alleati di centrosinistra verso il secondo congresso dei sardi. Era il 1950 quando Lussu riuscì nell'impresa, sostenuto dalle Camere del lavoro di Cagliari, Sassari e Nuoro. La posizione vale un pezzo di programma elettorale: «La destra - è il ragionamento - si propone una Sardegna paternalisticamente soggiogata alla direzione politica del Governo nazionale, subalterna e condannata alla sistematica questua. Noi, invece, vogliamo riaffermare il diritto all'autonomia, sancito dalla Statuto speciale e interpretato come autodeterminazione consapevole e responsabile. Ovvero, essere capaci di fare, decidere e costruire il nostro presente e il nostro futuro».OBIETTIVO RINASCITA Per Uras, la rinascita della Sardegna può trovare applicazione attraverso le proposte di legge presentate dal Rifondazione sia in Consiglio che in Parlamento. «Bisogna puntare - spiega Uras - alla costruzione di un nuovo sistema industriale che non solo sia compatibile, ma trasformi l'ambiente stesso in industria». A sentire il consigliere, «è proprio l'insularità della Sardegna che rende possibile la sperimentazione delle tecniche più innovative per preservare l'ecosistema e bonificare i siti inquinati». Il consigliere regionale porta l'esempio della Carbosulcis «impegnata nel ridurre le emissioni di Co2 attraverso l'iniezione dell'anidride carbonica nel sottosuolo che, a una profondità di 7-800 metri, si trasforma di nuovo in minerale». Fari puntati anche «sullo sviluppo delle energie rinnovabili». Non manca nemmeno la stoccata contro il centrodestra, che sulla riscrittura dello Statuto sardo è al lavoro da oltre due anni: «Sono in ritardo lo stesso», ribatte Uras: «Il Consiglio aveva fatto una legge per aprire il passo alla Consulta della Statutaria, partecipata anche quella dal sistema autonomistico, sociale ed economico. Ma l'opposizione si è rifiutata di presenziare, proprio in sede istituzionale».IL PROGRAMMA La rinascita, secondo il Prc, fa il paio con il reddito di cittadinanza. «Attraverso la fiscalità generale, le spese manovrabili della Regione e quote parte della vertenza-entrate che saranno disponibili dal 2010, si può garantire un reddito minino di mille euro alle fasce più deboli. Dai precari ai disoccupati, agli studenti, alle persone in condizione di povertà relativa e assoluta», sottolinea Piras. Rifondazione non ne fa una politica «con cambio a zero». Quel bonus «deve diventare investimento nella formazione, nella riqualificazione professionale e nelle forme di lavoro verde, come la bonifica dei siti minerari». Infine il welfare locale, col rilancio «della cooperazione sociale che allarga il suo assetto societario non solo ai normodotati, ma anche ai soggetti svantaggiati».A.C.

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