Uras: sull'occupazione dovevamo fare di più!

Eppure rilanciare il piano per il lavoro era la nostra priorità, ma non ci hanno seguito. Sull'occupazione dovevamo fare di più! Al netto dell'amarezza (le sconfitte non sono mai attese), resta una convinzione a Luciano Uras: Sulle politiche per l'occupazione dovevamo fare di più» Ma non è un mea culpa contro la sua Rifondazione comunista che pure ha guidato l'assessorato al Lavoro, prima con la Salerno poi con la Congera. Piuttosto il consigliere regionale uscente, rieletto nel collegio di Cagliari, rimprovera gli alleati: Sul tema c'è stata una complessiva sottovalutazione, sia da parte della Giunta che della (ex) maggioranza. Numeri alla mano, il Prc ha perso mezzo punto: cinque anni fa, con 35mila voti chiuse al 4 per cento. Ora le preferenze si dovrebbero attestare a quota 25mila, per due seggi. Nel 2004 erano sei, ma Licheri, Fadda e Lanzi lasciarono falce e martello per la Sinistra autonomista. E' col metro delle politiche per l'occupazione che Uras rilegge la batosta elettorale. Rifondazione - dice - non si sente colpevole perché siamo stati insistenti, quasi ossessivi, nel chiedere il rilancio del piano straordinario per il lavoro. Ma la nostra priorità non ha trovato sponda, almeno non nella misura in cui la chiedevamo. Insomma, a sentire l'ex capogruppo, il Prc ha portato avanti una battaglia solitaria: All'indomani della marcia per il lavoro, che organizzammo ad aprile 2007, perfino tre nostri consiglieri promossero la scissione interna anziché sostenere la linea. Tanto che Uras libera da ogni responsabilità l'assessore Congera, candidata ma non rieletta: Era capolista nel Sulcis e in Ogliastra, due province rimaste senza seggi anche nella passata legislatura. Sostenere il suo insuccesso, sarebbe ingeneroso. Al contrario, si è messa al servizio del partito, ottenendo preferenze di grande utilità per il risultato finale. Uras si consola tornando sui numeri dell'occupazione: Quelli reali, non i dati al ribasso messi strumentalmente in campo dal centrodestra, sono migliorativi rispetto al 2004. La Sardegna, nel Mezzogiorno, è la regione che sta meglio, sostiene l'esponente del Prc, già calato nel ruolo di consigliere di minoranza. Rifondazione farà un'opposizione rigorosa sui contenuti, mai pregiudiziale, men che meno isterica. Uras non si sente affatto fuori gioco nelle prossime scelte di governo, malgrado a Cappellacci e alleati dovrebbero andare 54 seggi su 80. Anche dietro maggioranze così ampie, si nasconde il rischio di uno scollamento, com'è successo alla nostra coalizione. Poi appunta: Non è che nella prossima legislatura vogliamo ottenere quanto non siamo riusciti a fare in questi quattro anni e mezzo, però serviranno proposte alternative: non un no per un no, ma per un altro sì. Proprio sui venti punti di vantaggio accumulati dal centrodestra, Uras la vede così: Gli elettori non hanno valutato tanto la qualità del loro programma, ma optato per un voto di protesta. Succede ormai da venticinque anni: alle urne si promuove o si boccia chi ha governato. I sardi hanno ritenuto insufficienti le risposte date dal centrosinistra ai bisogni e ai problemi. Per questo il consigliere chiede un nuovo passo politico: Bisogna costruire un meccanismo che garantisca più partecipazione. La ricetta suggerita è il nuovo congresso del popolo sardo, capace di aprire spazi di condivisione tra i diversi attori sociali, dagli economici ai culturali, per promuovere un progetto comune di rilancio e rinascita. Di certo, il voto sardo ha segnato la deriva del modello ulivista, affossato un anno fa da Veltroni: Vero che la sinistra non assicura la vittoria. Ma il Pd da solo continuerà a perdere. L'ultimo messaggio è per l'ex governatore: Soru è stato un presidente con grandi qualità e grandi intuizioni. Ma la relazione politica non è un suo punto di forza. ALESSANDRA CARTA - dall'Unione Sarda del 26 Febbraio 2009

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