Rifondazione sull'ambiente è con Soru

di Veronica Albertini*
Rifondazione con Soru per battere il "partito trasversale del cemento"
«La vita in Sardegna è forse la migliore che un uomo possa augurarsi: ventiquattro mila chilometri di foreste, di campagne, di coste immerse in un mare miracoloso dovrebbero coincidere con quello che io consiglierei al buon Dio di regalarci come Paradiso». Al contrario di quanto descritto da De Andrè, il paesaggio costiero della Sardegna è stato stravolto in pochi anni dalle orribili colate di cemento degli insediamenti turistici, confermando di fatto la tendenza alla speculazione già presente nelle coste italiane. Ventimila chilometri di coste del Mar Mediterraneo su 46mila complessivi sono stati erosi dal cemento che ruba alla natura circa il 40 % dei litorali. E secondo uno studio dell'Unep (il Programma delle Nazioni Unite per l'ambiente) questa cifra è destinata a crescere: entro il 2025 oltre il 50 % delle coste mediterranee sarà cementificato.La Regione Sardegna aveva individuato una forma di tutela del paesaggio costiero approvando nel 2004 la legge 8/2004 (la cosiddetta "salvacoste"), con l'ambizioso obiettivo di trasformare il modello di sviluppo basato sulla cementificazione e privatizzazione della costa, in uno che puntasse alla valorizzazione, alla difesa e all'uso regolato del territorio secondo i principi della storia e della natura. La legge infatti, di fronte a una nuova ondata di speculazione edilizia, fissava a due chilometri dal mare il limite per nuovi insediamenti abitativi e turistici. Nel 2006, con l'approvazione del Piano Paesaggistico Regionale, si stabiliva che laddove non ci fossero insediamenti non si poteva più costruire; nelle zone dove invece era già stato costruito si sarebbe potuto soltanto riqualificare eliminando gli scempi. Un segnale forte di discontinuità, quindi, rispetto al passato, che tentava di porre fine al modello di sviluppo basato su seconde case e villaggi turistici e conservare le zone ancora incontaminate.Ma la Sardegna non è solo mare. Esiste una Sardegna dei territori interni, dove il paesaggio non è ancora stato stravolto dalle colate di cemento degli insediamenti turistici.Il Presidente Soru, per salvaguardare il territorio dell'intera isola, ha proposto un emendamento che estendesse i principi enunciati nella "salvacoste" anche alle zone interne dell'isola. Questa proposta è stata bocciata (con 55 contrari e 21 a favore) anche da esponenti del suo stesso partito, confermando ancora una volta la presenza del "partito trasversale del cemento" e di un'idea di Italia intesa come paese della rendita e del mattone.Il Partito della Rifondazione Comunista, a tutti i livelli, ha condiviso l'impostazione espressa dalla giunta sarda e dal suo presidente Renato Soru, basata su un equo utilizzo del territorio, sulla lotta alla speculazione edilizia, sulla valorizzazione del territorio inteso come bene comune indisponibile ai processi di mercificazione e devastazione.Da sempre e dovunque le nostre battaglie e la nostra azione nei governi locali hanno l'obiettivo di difendere, tutelare e valorizzare il territorio e tramandare alle generazioni future un'idea ambientale e storica del paesaggio italiano, contro un diffuso atteggiamento acritico di accettazione totale delle logiche del liberismo, per una nuova idea del bene comune ed una pratica della sua difesa.La rendita speculativa e l'ossessione del profitto non rappresentano il volano per lo sviluppo economico. Solo l'autorevolezza istituzionale e la condivisione partecipata delle scelte in materia ambientale e urbanistica possono essere strumenti in grado di garantire una qualità migliore della vita, una protezione dell'ambiente e della biodiversità efficace, e nuove opportunità di rilancio anche dal punto di vista economico e occupazionale.
*responsabile nazionale Dipartimento Assetto del Territorio

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