(AGI) - Cagliari, 11 dic. Si ispira al pensiero di Antonio Gramsci ed Emilio Lussu la neonata associazione politico-culturale “
Sinistra federale Sarda” cui hanno gia’ aderito una cinquantina di persone,
tra esponenti del mondo della cultura, dell’universita’, del lavoro e del sociale. L’appello, sottoscritto dai firmatari in un documento per la costituzione in forma democratica del nuovo soggetto associativo, punta a sviluppare nell’isola “un nuovo modello economico e sociale”. L’idea base, illustrata stamane alla stampa dai promotori dell’iniziativa, tra cui il giornalista Ottavio Olita e lo scrittore Giulio Angioni, rafforza l’ipotesi di una “sinistra sarda del XXI secolo, innovativa, autonomista, federale, che si fondi sui migliori valori di socialita’ e cultura del territorio”. In particolare, le direttrici dell’associazione si muovono verso la democrazia partecipativa, l’autogoverno di popolo, la cultura della rinascita, il federalismo, il diritto al lavoro per tutti nonche’ il pieno riconoscimento dei diritti civili. “Condividiamo la necessita’ della costruzione di un soggetto politico della sinistra sarda”, hanno spiegato i firmatari della proposta, “che sia utile per la trasformazione della societa’ e per una radicale riforma della politica e delle sue forme di rappresentanze”. L’appello e’ disponibile anche sul sito www.sinistrafederalesarda.it e si puo’ aderire all’associazione inviando una mail all’indirizzo di posta elettronica sinistrafederalesarda@gmail.com indicando le generalita’, la professione e recapiti telefonici.
24 commenti:
a chie faghet primmu! no?
a chi fa prima no? un pò come ferrando e ricci che hanno lasciato il partito per farne altri due, tutt'e due rivoluzionari. Ora qui due sinistre! tutt'e due federaliste, tutt'e autonomiste, ma sopratutto tutt'e due unitarie! buon lavoro!
Sinistra Federale Sarda...mi ricorda qualcosa...tipo degli ex-socialisti...ah no! Loro si chiamavano Sinistra Federalista Sarda. Su però, uno sforzo di fantasia! Dai, un passo ancora in nome dell'unità (?).
La differenza, se ci sarà, ed io spero che ci sarà.. starà nel praticare realmente l'autonomia, starà nel dotarsi realmente di strumenti democratici e di pratiche unitarie. E’ una sfida..io ci voglio provare, d'altronde l’alternativa, oggi, qual è ? vendere il pane ? Il compito è arduo, il compito è quello di ridare senso e di riempire di significato la parola SINISTRA! Bene, ben venga un'associazione politico-culturale che sia il luogo dell'inchiesta, dello studio e dell'approfondimento, dell’elaborazione delle proposte politiche.
Rispondo anticipatamente a chi in questo momento mi vorrebbe dire..ebè e non si può fare con Rifondazione? Certo, ma rifondazione, oggi ( onestamente ) non è sufficiente per affrontare un ragionamento di questo tipo. E' necessaria, ora, ma non è sufficiente. E, senza nessuna reticenza, chiarisco subito che, per me, l’obiettivo era, è e rimane, nel breve periodo, quello di fare nascere un nuovo soggetto politico che includa rifondazione e quindi i comunisti, ma che vada oltre..
Sono d’accordo con Rina Gagliardi, il ragionamento è semplice. Non credo che, oggi, sia possibile costruire in Italia ed in Europa un soggetto politico di massa sull’identità comunista!
Questo ragionamento, ovviamente, prescinde dal fatto che io mi ritenga ( per quel che può valere ) un comunista!
Michele
Condivido quanto scritto da Michele. Certamente una riflessione sul da farsi sarebbe utile la facessero tutti. Anche coloro che al congresso hanno sostenuto un'altra linea. Non mi pare proprio che rifondazione sia in ripresa. Non serve assumere un atteggiamento che si limita alla critica delle proposte altrui e alla difesa dell'identità comunista costi quel che costi. A che serve? Io mi preoccuperei maggiormente di una nostra eventuale scomparsa definitiva dallo scenario politico. Non avremo più modo e luogo per fare politica, sarebbe un disastro.
"Non serve assumere un atteggiamento che si limita alla critica" posso chiedervi se avete preso informazioni su quella che Michele chiama "vendita del pane"? Azzardo la risposta: no. No perchè altrimenti non si potrebbe utilizzare il verbo vendere. Il discorso è un pò lungo e articolato e non adatto allo spazio di un commento. Vi invito perciò a leggere fra qualche giorno un mio post sul blog dei gc di Sassari. Buon lavoro (anche se non lo condivido).
per Michele: sull'insufficienza sono in parte d'accordo, perché non è detto che approfondendo ed elaborando si costruisce qualcosa di solido. bisogna vedere in quale direzione si va! qui siamo nel bel mezzo, anzi, all'inizio, della peggiore crisi recessiva simultanea da quando il capitalismo esiste e qui si discute di contenitori (e spesso dei custodi dei contenitori)! Ma dico..noi andiamo incontro ad uno dei periodi potenzialmente più rivoluzionari della storia che scardineranno la psicologia delle masse e le forme della democrazia come noi la conosciamo e noi? non ragioniamo assolutamente in prospettiva e non saremo all'altezza quando il fiume potrebbe prendere altre direzioni come è già successo!
sul pane: io non concepisco il partito come organizzazione disseminata di negozi equo solidali o cose del genere. non concepisco il partito sociale qual'ora questo faccia venire meno il partito militante. Ma la vendita del pane è uno strumento fra i tanti per sensibilizzare sul carovita, va sfruttato al meglio per metterti in contatto con la gente che sente questo problema e non aspetta altro che gli dia una spiegazione da sinistra. altrimenti cadiamo in quello che dice Beppe: limitarci alla critica altrui.
per Beppe: sarebbe cosa gradita smetterla col manicheismo dove da una parte ci sono quelli che fanno le riflessioni e dall'altra quelli arroccati al fortino! se rifondazione non sta crescendo di molto forse lo si deve alla sconfitta elettorale più pesante della storia della sinistra, e che non è piovuta dal cielo, ma è frutto di una politica sbagliata al momento sbagliato.
posso fare una domanda priva di polemica? tu cosa stai facendo per risollevare rifondazione? te lo chiedo perchè se mi conosci dovresti sapere che io ho sempre lavorato per il partito anche quando ne contestavo la linea! chiedilo ai "vendoliani" di sassari chi è che andava a fare campagna elettorale per l'arcobaleno!
Beppe ha ragione a dire che il PRC non pare in ripresa: in particolare nelle zone governate dalla maggioranza vendoliana (in primis Sardegna e Puglia), l'iniziativa politica è praticamente assente - perchè tutte le strutture del partito sono focalizzate sulla ricerca di accorti di ceto politico con PD, SD, Socialisti e altre cose. D'altronde la minoranza vendoliana non può fare diversamente: poichè i militanti del PRC si riconoscono quasi tutti nella maggioranza nazionale, ciò che resta sono le iniziative autoreferenziali come la fondazione di nuove "associazioni" e soggetti politici (sempre stranamente privi di base militante).
Per fortuna, in altre zone d'Italia le cose vanno diversamente, e c'è un apporto di nuovi compagni e forze vive disposti a lavorare nel PRC e per il PRC, per una prospettiva di mutamento dello stato delle cose. Certo gli effetti non saranno immediati (specie visto l'enorme spazio che i media borghesi danno alla minoranza vendoliana, impegnatissima a remare contro il PRC). Ma nessuno si illude che sarà facile.
Caro a.s, il tuo commento non è stato cestinato solo perchè non insulta nessuno, e mi è sembrato giusto lasciarlo passare. Ma se dovessi cestinare anche i commenti senza senso e senza "pro" il tuo sarebbe stato il primo.
Vedete, la sinistra sta morendo anche per questo motivo. Perché non ci sono più argomenti, almeno per qualcuno. Io scommetto che a.s di cosa fa il PRC in Puglia ed in Sardegna non ne sa proprio niente e scommetto anche che è tra quelli che ogni giorno fa i "cavoli" suoi e poi la sera va sul pc a sentenziare e a dare giudizi. Onestamente della tua patente il PRC non sa che farsene. E poi stai tranquillo, se hai ragione i fatti lo dimostreranno. Infatti staremo a vedere quali frutti in Abruzzo darà la vendita del pane. E dico vendita non perché non so di cosa si tratta, ma perché di vendita si tratta!! E’ poi chiaro che se uno rinuncia al suo guadagno il prezzo scende….
Bene, con queste parole ho già dato fin troppa importanza ad un commento che non ne avrebbe meritata nessuna. Vi dico solo che la conferenza stampa di sta mattina sull'associazione per la Sinistra Federale Sarda è stata molto interessante. E mi dispiace deludervi e buttare acqua sulle vostre potenziali polemiche, ma non ha a che fare con nessuna manovra politicista o di potere.
Non è né un partito e né una lista elettorale. Vuole essere uno strumento utile alla Sinistra e alla nostra gente, alla società sarda. Chi vorrà poi approfondirà e seguirà i prossimi sviluppi!
Michele
"se uno rinuncia al suo guadagno il prezzo scende"
mi spiace Michele, ma questa frase mi conferma, con amarezza, che tu sappia poco dei GAP. E lo dico senza punti esclamativi. Nessuno rinuncia a niente se l'operazione è gestita correttamente; il guadagno non è l'obiettivo, semmai, se proprio vogliamo essere pignoli, lo è il risparmio. Ma vedere questo sarebbe il tipico dito che indica la luna. Non credo che tu (e quanti delegittimano questa politica) non veda "il buono" che c'è in questa iniziativa. Faccio un paragone (magari anche questo azzardato): che ne sarebbe stato del PCI senza l'apporto (sociale) delle cooperative o di organizzazioni come l'UISP (per il versante ludico)? Penso che se ci fosse una tregua, un disarmo seppur momentaneo, ci accorgeremo del potenziale di Rifondazione. Ma penso anche che tutto sia già stato deciso nelle ultime ore in quel di Chianciano. Buona fortuna, ne avremo bisogno.
Caro Michele Piras Jr, hai perso la tua scommessa: io milito nel PRC, ho incarichi di dirigenza e seguo iniziative e vertenze sul lavoro e sul territorio. Tra l'altro mi conosci pure. Solo che, come quasi tutti i militanti attivi nel PRC, mi riconosco nella linea della maggioranza nazionale (non in quella della minoranza vendoliana).
Per il resto, la tua risposta non smentisce i punti centrali del mio commento - anzi li avvalora. Li riassumo per chiarezza:
1. la minoranza vendoliana è composta da generali senza esercito, cioè senza una base militante che si riconosca nel loro progetto e sia disponibile a spendersi in un vero lavoro politico;
2. come conseguenza, tutte le attività portate avanti sono limitate alla sfera degli accordi di ceto politico e alle iniziative di orientamento mediatico (come la conferenza stampa da te citata).
Concludo dicendo che il tuo attacco all'iniziativa sui GAP dimostra che non sei informato sul tema. E il fatto che la tua critica cada immediatamente in termini elettorali (col riferimento all'Abruzzo), è solo uno dei segni della deriva elettoralistica della vecchia maggioranza del partito. Una deriva che i nostri elettori e le nostre classi di riferimento avevano capito benissimo: e il 13 e 14 aprile l'hanno comunicato forte e chiaro.
“Solo che, come quasi tutti i militanti attivi nel PRC, mi riconosco nella linea della maggioranza nazionale”
Ne sei sicuro? Ma di quali militanti parli? Ad esempio, ( andando al concreto e senza parlare del “sesso degli angeli” ) quanti militanti che si riconoscono nella linea politica nazionale in Sardegna? Ma soprattutto quanti fanno i GAP in Sardegna? Bee..non mi pare siate in molti!!
“la minoranza vendoliana è composta da generali senza esercito, cioè senza una base militante che si riconosca nel loro progetto e sia disponibile a spendersi in un vero lavoro politico”
Generali senza esercito?? E chi sarebbero invece i generali con l’esercito? Forse parli di Ferrero ( generale ) e dei giovani del PD ( esercito ) che invita nei dibattiti sull’università?
E poi, onestamente, questa cosa mi fa un po’ sorridere, io, ad esempio, mi ritengo un militante..e come me tanti altri. Condivido una linea, una prospettiva e cerco di dare il massimo del mio contributo. Poi che la “militanza” nel nostro partito, cosi come negli altri sia minima lo riconosco..ma non vado certo a fare graduatorie.
“come conseguenza, tutte le attività portate avanti sono limitate alla sfera degli accordi di ceto politico e alle iniziative di orientamento mediatico (come la conferenza stampa da te citata).”
Ma dai…di cosa stiamo parlando??? Da quando in qua non è utile ( direi anche fondamentale ) servirsi del lavoro degli intellettuali, delle loro opinioni, del contributo dei lavoratori e delle lavoratrici ( a promuovere l’associazione, per tua informazione, c’erano anche precari, docenti, giornalisti, operai..altro che ceto politico ) ecc. Non esiste una strategia unilaterale, io credo che oggi la Sinistra possa rinascere stando nel conflitto, tra la gente, nelle piazze, nelle lotte ma anche utilizzando bene gli strumenti della comunicazione, dell’immagine, dell’informazione..ascoltando tutti, alla pari, ognuno con il suo contributo. Ci servono tutti, quelli degli operai, degli studenti, dei docenti, dei giornalisti, dei contadini, dei giovani, delle donne ecc Credo anche che da un buon leader non possiamo che trarne vantaggio. Infatti penso che ci sia differenza tra l’avere persone brave e carismatiche e avere una gestione verticistica del partito. Non c’è un automatismo!!
Per finire..se uno non condivide un’iniziativa non significa che non la conosce. So benissimo cosa sono i GAP. Credo anche che il carovita sia, in parte, determinato dalla speculazione. Credo, però, che non sia possibile estendere, come iniziativa di massa, un modello come quello dei GAP. Bisognerebbe invece attuare una politica seria di riduzione della filiera e di contrasto alla speculazione. Puntare su un altro modello di sviluppo..quello per cui un cittadino venga messo nelle condizioni di compare i prodotti locali ( dove ci sono ) e non quelli che vengono dall’altra parte del pianeta e fuori stagione…ecc
Se la distribuzione ( termine che sicuramente preferisci ) del pane la facesse un’associazione, come servizio sociale, o anche qualche circolo a livello simbolico, non avrei niente da dire. Ciò che non condivido è questa cosa possa essere la linea politica di un partito..
Non credo che porterà molti risultati. E non ci si può attaccare a vicenda accusandosi di immobilismo e contemporaneamente mettersi la coscienza in pace perché si sta distribuendo il pane.
Questo è quello che penso.
Infine, siccome mi sembra giusto scambiarsi le proprie opinioni, possibilmente in modo costruttivo, non vedo perché tu non ti firmi. Se poi ci conosciamo è ancora meglio. Il sito serve anche a questo.
Poi, magari, io posso anche sbagliarmi..ma al momento, questa è la mia “limitata” riflessione.
Michele
Caro “a.s.”,
non amo le discussioni telematiche, preferisco i confronti verbali, tanto più quando l’interlocutore sceglie di non rivelare la sua identità, tutelandosi dietro un acronimo (francamente non ne capisco il motivo), per quanto sia abbastanza semplice farsi un’idea abbastanza attendibile di chi tu sia.
Ma le tue parole mi hanno “sollecitato” alcune riflessioni che non riesco a non scriverti…
Prima di tutto ti notifico che faccio parte di quelli che tu reputi essere i “pochi militanti” dell’area vendoliana.
Inoltre, nonostante non abbia MAI fatto parte di “accordi di ceto politico” (puoi dire lo stesso di te??), stamattina ero a quella conferenza stampa.
Forse non mi conosci, anche perché fino a qualche anno fa ho sempre svolto la mia azione politica con passione, convinzione e impegno, ma (per motivazioni che ora non sto a spiegarti) fuori dal PRC.
Questo però, ci tengo a sottolinearlo, non mi rende MENO COMUNISTA di te, né di chi, come te, ritiene di possedere la “verità rivelata” sentendosi titolare dell’ autentica “identità comunista”, in virtù della lunga militanza.
Volevo, poi, rassicurarti sul fatto che l’esercito di cui parli, forse non è ancora molto numeroso, ma esiste eccome! Sta lavorando parecchio, soprattutto nel confronto col mondo esterno a quelle “stanche aule” (permettimi di definirle così), che tu invece mi pare ti ostini a voler salvaguardare.
Iniziative come quella di stamattina sono le manifestazioni più evidenti di un lavoro molto articolato e complesso…
Innanzitutto un lavoro intellettuale e di approfondimento culturale…
-perché no? Ci fa schifo? Non credi che ci sia un estremo bisogno di rifondare le basi teoriche della Sinistra? O sei d’accordo con me che le grandi rivoluzioni politiche e sociali sono state anche il risultato di un duro percorso a livello del pensiero e dell’analisi, come ci insegnano anche i nostri Gramsci e Lussu?-
Ma sono anche il tentativo di risposta a un grido di allarme che ci arriva da una società civile che ci chiede con forza un percorso di rinnovamento, capace di interagire con la realtà nuova di questo secondo millennio.
Il mondo sta cambiando in maniera drastica, repentina, inesorabile, caro “a.s.”, …te ne sei accorto??
E i tuoi “numerosissimi” militanti ne stanno tenendo conto?
Son cambiate le regole della comunicazione, i linguaggi, le dinamiche… Persino le “povertà”, e i modi di sfruttamento…
Ci viene chiesto un enorme sforzo, soprattutto in termini di UMILTA’, nel riconoscere come la vecchia struttura del Partito novecentesco non sia più sufficiente a rispondere alle istanze di una contemporaneità in galoppante trasformazione.
Le Destre di tutto il mondo questo l’hanno capito fin troppo bene e questo ha consentito loro di intercettare quei cambiamenti, su quei terreni da noi lasciati –ahimè- spesso scoperti.
Qui da noi, poi, accade qualcosa di ancora più temibile: la Destra si è “comprata le chiavi” per entrare nell’ immaginario comune, per manipolarlo, trasformarlo, poterlo manovrare... E lo sta facendo, purtroppo con “ottimi”risultati!
E tutto ciò mentre le “Sinistre” son troppo impegnate a difendere vecchie roccaforti pseudo-identitarie, spesso per nascondere, in realtà, povertà di contenuti ideologici e inadeguatezza rispetto al presente.
Iniziative come l’Associazione per la Sinistra Federale Sarda, caro “a.s.”, hanno indubbiamente il merito, fra gli altri, di mettere in comunicazione fra loro le varie parti di quella “sinistra diffusa”, che (ti ricordo!) esiste –e resiste!- fuori dal nostro partito; perciò ben vengano i contributi di esponenti di spicco della cultura isolana, così come del mondo del lavoro, dell’associazionismo, dell’intera società civile. Non pensi possano solo arricchire anche il nostro percorso, caro “a.s.”?
Perciò, in conclusione, posso solo dirti
CON Rifondazione,
ATTRAVERSO Rifondazione,
ma anche OLTRE Rifondazione.
Io non ho paura di provarci.
Non ho nulla da perdere, nessuna posizione da tutelare.
…E TU…???
Daniela
vi prego! basta con il ripetere come un disco rotto "il mondo sta cambiando!" e con la storia dell'"identità comunista" come se stesse parlando di statue e non di una teoria e pratica della liberazione!
vorrei fare un ragionamento, con preghiera di risposta:
1) nel manifesto del partito comunista Marx ed Engels dicono che il capitalismo è l'unico sistema che cambia costantemente i rapporti di produzione e quindi la società nel suo insieme. Sulla base di un'errata interpretazione di quanto asserito i riformisti di ogni latitudine e di ogni epoca hanno parlato del superamento dell'ipotesi rivoluzionaria. tale battaglia è di antica data. Rosa Luxemburg (per citarne una troppe volte nella bocca di Bertinotti) attaccava senza pietà le elucubrazioni di Bernstein, il quale diceva che il capitalismo era cambiato e che non c'era più bisogno della rivoluzione , ma dell'adattamento. Certo, anche qualche nostro dirigente del superamento parla di rivoluzione! Lungi dal voler sembrare più rivoluzionario di qualcun'altro (la storia ci metterà tutti alla prova), mi volete dire, compagni che vi riconoscete nelle posizioni di Bertinotti, cos'è per voi la rivoluzione?
2) Parlo dell'ipotesi rivoluzionaria perchè dico che di quella c'è bisogno, ed è quella che è mancata sempre in un partito riformista com'era il PCI. Vedete ora chi è per il cambiamento o per la statua.
3) perchè nel frattempo il mondo è cambiato. ma allora cerchiamo di agire veramente di conseguenza! Eppure mi risulta che l'idea di superamento del capitalismo di bertinottiana memoria si basa sulla teoria della grande riforma. ieri come possibilità (governo prodi) oggi come necessità (pechè non si esce dalle compatibilità del capitalismo). Mi volete spiegare se la continua applicazione di politiche riformiste è un guardare al mondo che cambia o un fossilizzarsi ad un qualcosa che andava bene nei periodi di boom quando c'erano tante riserve di grasso? O volete continuare a ricordarmi che ora il presidente degli USA è Obama?
Il mondo, è concludo è in pieno cambiamento. La crisi, visto che mai e poi si può cancellare il ciclo economico all'interno del capitalismo, genererà una ristrutturazione a livello economico e geopolitico. A quale prezzo ve lo siete chiesto? Da queste discussioni mi rendo conto di come non siamo all'altezza della situazione e se continuiamo così non sapremo deviare il fiume che potrebbe prendere altre strade. e sarà tardi (continuo a chiedermi se avete percepito il nesso tre due vostre frasi: quella fuori luogo delle elezioni 2006 "vuoi vedere che l'italia che cambia davvero" e quella conseguente del congresso 2008 "l'italia è andata a destra!")
Quando citiamo Gramsci non facciamolo a sproposito come fa Sansonetti nella testata di liberazione per giustificare l'"oltrismo", ma ricordiamoci queste parole: "o la più grande delle vittorie, o la più terribile delle sconfitte!"
gradirei una risposta.
possibile che le risposte fiocchino sulle polemiche e non sulla proposta di un ragionamento collettivo?
Premetto che al di fuori delle sedi "ufficiali" uso un acronimo solo per evitare che una semplice ricerca su Google associ troppo facilmente il mio nome alla mia attività politica. Lo faccio per tutelarmi lavorativamente. Comunque sono tesoriere del Circolo Gramsci Cagliari, e sono membro del CPF. Direi che con questa precisazione non dovrei essere più anonimo, almeno per i compagni del partito.
Detto questo, noto che le risposte di Michele Piras Jr e Daniela si basano su assunti non dimostrati e sull'attribuzione di affermazioni mai fatte (da me o altri compagni della maggioranza).
Quando parlo di militanza, non ho mai affermato che siamo "numerosissimi". Però il mio circolo è un chiaro esempio di cosa significhi avere un'organizzazione ed una base militante attiva: riusciamo a fare attività politica nel mondo del lavoro e nel movimento studentesco, e ad organizzare iniziative politiche e feste. Il tutto praticamente da soli, visto che il Federale e il Regionale del PRC sembrano troppo impegnati a spendere i soldi per cose cose come la semideserta iniziativa sul federalismo con Bertinotti (con tanto di spot in TV, autobus e inviti colorati e plastificati - mentre ai circoli vengono negate pure le fotocopie di volantini perchè "non ci sono soldi"). Questa attività consente al mio circolo e ai suoi militanti di essere conosciuti e rispettati anche nel movimento al di fuori del partito (basta vedere quanti interventi esterni abbiamo avuto al nostro congresso...), e dimostra come la cura dell'organizzazione e dell'attività del partito, anche "nel piccolo" di un circolo, portino risultati e riconoscimento. La "sinistra diffusa" (o quel che ne è rimasto) non ha bisogno di nuove sigle per mettersi al lavoro e tessere rapporti con i comunisti.
Peccato che invece la minoranza bertinottiana/vendoliana (anche quand'era maggioranza) si sia sempre impegnata, come dice Daniela, per andare OLTRE l'organizzazione e il radicamento del partito... Con i risultati visti il 13/14 aprile. E qui capisco benissimo perchè Daniela scrive che "non ha niente da perdere": perchè dal suo punto di vista è vero. La fallimentare linea del "superamento" del PRC, e la costante ricerca di accordi di ceto politico, ha portato ad una continua emorragia di iscritti militanti e votanti, ad un distacco dal mondo del lavoro e dello studio, e ad un sostanziale isolamento dai movimenti (che per esempio non hanno per nulla apprezzato la bocciatura di OdG come quello sull'acqua pubblica e sul poligono di Quirra all'ultimo congresso regionale). E dunque capisco benissimo che, nel disperato bisogno di ricongiungersi alla cosiddetta "sinistra diffusa", Daniela riprenda pari pari le motivazioni addotte da Occhetto per lo scioglimento del PCI (a cui, lo ricordo, il progetto della Rifondazione Comunista cercava di porre rimedio). Per essere precisi, Occhetto parlava di "sinistra sommersa".
Io vedo molto da perdere nel "superamento" del nostro partito, che è la più grande struttura organizzata in grado di partecipare e dar forza all'unità a sinistra. E per questo mi riconosco nella linea nazionale del PRC, che punta all'unità della sinistra attraverso il nostro rafforzamento. Ma capisco benissimo che questo potrebbe lasciare senza poltrona i dirigenti e i rappresentanti che hanno traghettato il partito al disastro delle ultime elezioni, ed ora hanno bisogno di riciclarsi in qualche nuova sigla.
E parlando di maggioranza nazionale, non è assolutamente vero che i GAP (come dice Michele) "sono la linea politica del Partito". Sono semplicemente UNO dei progetti su cui si è deciso di lavorare, creando un dipartimento apposito (per il "partito sociale"), per rilanciare quell'attività pratica e immediata che i comunisti in Italia hanno sempre tenuto ASSIEME all'agitazione e alla mobilitazione. Cosa sarebbe stato il PCI senza il supporto a iniziative mutualistiche come le cooperative di consumo (oggi riprese dai GAP), o l'ARCI o l'UISP? Sarebbe diventato il "paese nel paese" di cui parlava Pasolini? Io credo di no. Ed oggi, vista anche l'emergenza della crisi e del carovita, si sta provando a recuperare quell'esperienza. E per ora con buoni risultati, visto che (specie nella penisola, dove la pratica è più matura) si stanno avvicinando nuove forze e riprendendo contatti con le nostre classi di riferimento. Ma nessuno pensa che il volontariato o il mutualismo possano risolvere i problemi del capitalismo: questo semmai lo pensano alcuni teorici della "sinistra senza aggettivi" ispiratori di Bertinotti, come Marco Revelli col suo riformismo antimarxista basato sul "terzo settore"...
x TupacaMauro
non entro nel merito delle tue affermazioni, ma ti voglio notare che fare una citazione senza contestualizzarla equivale a sminuire il suo significato e anche la grandezza dell'autore (mi riferisco all'affermazione di Gramsci"o la più grande delle vittorie, o la più terribile delle sconfitte!" Riflettici.
A proposito del pane sono assolutamente d'accordo con Michele.
Monica Mascia
ciao Monica
non sto a sindacare il tuo non entrare nel merito del mio commento, ma vorrei spiegarmi e dirti che solo entrando nel merito delle questioni eviti la decontestualizzazione. Ora non è che fare analogie con epoche passate equivalga a decontestualizzare...la storia si ripete, ma a un livello superiore diceva un compagno di Gramsci!
Se però ritieni che ho decontestualizzato ti prego, dimmi perché!
Mauro
A buon intenditore poche parole:
1) I COMPAGNI hanno l’orgoglio, la dignità, la serietà, l’onestà ed il coraggio di firmarsi sempre e di esporre le proprie idee sempre e ovunque con la propria faccia. Questa cosa dell’anonimato per la tutela lavorativa mi sa tanto di cultura democristiana!!
2) “MILITANZA”: termine molto abusato e tutto da analizzare!
3) CRISI DELLA SINISTRA: tutta colpa dei gruppi dirigenti? Ma… analisi povera e superficiale!
4) GAP: solo una delle tante iniziative del PRC oggi? E le altre??..ops!
5) INIZIATIVA CON BERTINOTTI: sala semideserta? Si vede che non c’eri!
6) NON SONO PIU’ ANONIMO: scusami..ma nonostante l’elenco dei tuoi incarichi non ho ancora capito chi sei..e dopo quello che hai scritto, onestamente, sono poco interessato a saperlo!
7) LA FEDERAZIONE NON AIUTA I CIRCOLI E NON FA FARE NEANCHE LE FOTOCOPIE ??? be..ci vuole molta disonestà, coraggio e anche malizia per fare simili affermazioni!
Spero questa “polemica” si chiuda qui, penso di avere cose ben più importanti da fare di stare a rispindere a te ( senza offesa, ovviamente )!!
Michele
Rispondo solo alla questione dell'"anonimato": ho già detto che non nascondo certo il mio nome in contesti ufficiali - tanto che esso compare in vari comunicati, lettere a Liberazione o manifesti attacchinati in giro per Cagliari.
Semplicemente, non vedo perchè foraggiare Google mettendo nome e cognome per esteso anche in questa discussione, che leggeranno solo i compagni del PRC (che quindi, se curiosi, possono cercare chi sia l'"a.s." del Circolo Gramsci Cagliari tra i membri del CPF). Purtroppo, quando si ha un lavoro precario nel ramo ICT, si vuole continuare a lavorare e militare, e non si ha uno stipendio dal partito, bisogna badare anche a queste cose. Fa tutto parte del "mondo che sta cambiando" già citato più volte...
Per il resto, non ho niente da aggiungere: direi che le rispettive posizioni sono chiare e ben valutabili da chi legge.
Hai detto proprio bene, le rispettive posizioni sono ben valutabili da chi legge!!
Non serve spiegare che lavoro hai per cercare di impietosire o fare tenerezza a chi legge. Ho già detto che capisco benissimo ma non sono d’accordo!.
Non si tratta di arricchire google con il tuo nome, si tratta di esprimere le proprie opinioni e di firmarsi, punto!! Se non intendi firmarti ti chiedo la cortesia di non scrivere più commenti e soprattutto di evitare di dare lezioni di “militanza” agli altri.
Sai..il tuo ragionamento non ha niente di diverso da quello di chi giustifica il proprio voto politico nel ricatto che potrebbe ricevere dal suo datore di lavoro.
Ed infine:
avvalorare le proprie tesi attaccando gli altri con l’insinuazione nascosta è segno di debolezza!
A questo proposito, per quanto mi riguarda e per quanto di mia conoscenza, sappi che in federazione di Cagliari nessuno della segreteria percepisce niente, nella maggior parte dei casi neanche rimborsi di spese dovute ad attività di partito, è tutto volontariato e passione. ( militanza??)
Ma cosa te lo dico a fare..??
Mic
Considerata la degenerazione e l'abuso dei commenti la redazione del sito ha deciso di non pubblicare più commenti anonimi. Se qualcuno ha creduto o crede di trasformare uno strumento utile alla discussione, approfondimento e alla partecipazione ( come il sito ) a strumento per sterili polemiche o attacchi personali ha sbagliato sito!
Michele
Onestamente non mi appassionano per niente i dibattiti costruiti attorno a insinuazioni.
Pongo una domanda: è possibile accettare (una volta per tutte) che all'interno del partito convivono prospettive strategiche molto differenti fra loro? E' possibile prenderne atto senza scomunicarsi a vicenda? E' possibile che anche questa sia democrazia?
Esistono posizioni del tutto differenti fra di noi sul ruolo del partito, su come rilanciarlo, su come collocarlo in un contesto che favorisca la ricomposizione unitaria della sinistra. Esistono posizioni differenti sul tipo di attività da svolgere, su quali referenti politici interrogare, sui luoghi e le forme della comunicazione e dell'iniziativa politica. Sull'idea stessa di partito, nella sua forma e nelle sue modalità organizzative.
Insomma mi pare che, in una fase del tutto confusa come quella che attraversiamo, nessuno possa permettersi (senza fare torto alla propria onestà) di avere troppe certezze.
Io personalmente esercito molto il dubbio. E' innanzitutto un'esigenza.
Un esempio: questo partito ha raggiunto il suo apice elettorale in due occasioni, in due fasi politiche del tutto differenti fra loro:
1) 8,6% nel 1996. Erano i tempi di Cossutta-Bertinotti e del primo governo Prodi.
2) 7,5% nel 2006. Post congresso di Venezia.
Le due fasi erano caratterizzate da linee politiche, approcci alla società, maggioranze interne assolutamente differenti. si potrebbe desumere ad esempio che non esitono verità assolute che valgono in ogni contesto.
Perciò, posto che ritengo che l'iniziativa sul pane non sia il nucleo fondamentale di avvio del processo Rivoluzionario, penso che essa sia legata a una prospettiva che non condivido: ovvero quella del cosiddetto "partito sociale".
Il fatto che non la condivida non significa nè che non la capisco, nemmeno che la condanno, tantomeno la ritengo un tradimento. Penso anzi che essa stia del tutto all'interno di una cultura politica che nel partito è presente e ben radicata. Cultura politica tuttavia differente dalla mia.
Ma dopo tutto Rifondazione si costituisce, sotto il profilo politico culturale, precisamente in maniera plurale: dai demoproletari di AO, a quelli del MLS, ai trozkisti della quarta internazionale, ai trozkisti della quarta rifondata, ai picciisti cossuttiani, ai picciisti ingraiani, ai compagni di marxismo oggi, agli ex ML, e l'elenco potrebbe continuare, senza dimenticare che una intera generazione è nata e cresciuta (politicamente s'intende) in Rifondazione Comunista, attraverso Genova, Firenze, Praga, Seattle e, un'altra ancora, si sta formando nell'Onda. Ed altre ancora ne verranno (immagino...e spero).
Perché tutto questo sproloquio? Non so bene perché. Forse solo per dire che nella stessa Maggioranza nazionale converge una pluralità di approcci, culture politiche, esperienze e, persino, prospettive.
Insomma non credo, in fin dei conti, che l'idea di partito di Claudio Grassi sia precisamente la medesima di Paolo Ferrero o di Bellotti (quindi di TupacamauroPiredda) o di Mantovani.
Sarà una constatazione banale ma vale la pena ogni tanto di ricordarcelo.
Ed allora, sul punto della Sinistra Federale Sarda (ricordando ad Andrea Lai che Sinistra Federalista Sarda erano i DS sardi e non i socialisti, che invece erano quelli di Federazione Democratica, confluiti poi nei DS), considerato che chi era presente a quella interessante presentazione pubblica (ed io ero presente) ha avuto modo di sentire tutti gli oratori (da Giulio Angioni a Gianfranco Bottazzi, da Ottavio Olita a Marco Zurru) rimarcare (con forza) il fatto che la costituenda associazione politico culturale non è un partito nè una lista elettorale, e che non intende esserlo.
Posto che quell'iniziativa intende fornire un contributo al processo unitario della sinistra partendo dai contenuti (scuola, lavoro, cultura, ecc.) per arrivare a una progettualità complessiva, a una proposta alternativa di società ed economia per la Sardegna.
Considerato che il principio della federalità è nient'altro che una delle tante forme di democrazia applicabili nella variegata gamma delle opzioni politiche.
Ricordato il principio secondo il quale chi sta fermo muore lentamente e che quindi, tanto più in questa fase di crisi, vale la pena di muoversi e seguire con "curiosità" tutto ciò che si muove. Ed anche che questa formula vale soprattutto per i partiti, a maggior ragione se in crisi di consensi e lacerati al loro interno (come mi pare di aver capito che sia il nostro).
Posto e considerato tutto ciò: qualcuno mi spiega (dettagliatamente e possibilmente senza richiami all'ortodossia e senza abusare di citazioni a sproposito. Magari anche molto laicamente senza far richiamo eccessivo alla "linea nazionale" del partito) cosa diavolo ci sarebbe di male in una iniziativa come quella della Sinistra Sarda.
Cosa ci sarebbe di male nel mettere assieme un ambito associativo di discussione, analisi, elaborazione, proposta, che aggiunge e non sottrae nulla, che ha un proposito "nobile" come quello di contribuire a ricostruire un soggetto politico unitario della sinistra in Sardegna?
In altri termini: se non condivido ma comprendo e rispetto l'iniziativa sul pane e la linea del "partito sociale", per quale motivo qualcun altro dovrebbe sentirsi nel diritto di sentenziare, scomunicare, banalizzare, condannare, una iniziativa come quella di cui si parla?
Ecco: io penso fondamentalmente che in questo ambito risieda (più che in ogni altro luogo) la sconfitta storica dell'ipotesi della Rifondazione Comunista. Nell'improvvisa, soppravvenuta, incapacità di cogliere le potenzialità espansive di ciò che si muove al nostro esterno. Nell'improvvisa, soppravvenuta, presunzione della verità e dell'autosufficienza. Nell'improvvisa, soppravvenuta, assenza di curiosità.
Un comunista è tale se ha la capacità di appassionarsi, conoscere, sapere, informarsi. Per comprendere meglio la realtà, le proposte altrui, le sensibilità politiche. Diciamo che è nient'altro che il principio della rappresentanza. Non puoi rappresentare se non sai e non conosci. Non puoi sapere se non hai curiosità e brama di conoscenza: vale per tutto. Dal pane a Ottavio Olita.
In altri termini il rifiuto del confronto (quello serio, aperto, vero) è sempre un sintomo di profonda debolezza. A volte anche di ignoranza, sia politica che tout court.
Per evitare che qualcuno si senta offeso diciamo così: penso di essere fra i più ignoranti che vi siano al mondo. Tuttavia questa coscienza di me mi porta a voler colmare le mie lacune, impegnandomi ad approfondire argomenti e analisi. Onestamente non ho mai capito la posizione di coloro che pretendono di essere già a conoscenza di tutto e di non aver bisogno di altro.
Messa così basterebbe aver letto una o due Bibbie per sentirsi a posto con la coscienza e col mondo intero. Basterebbe aver letto il Manifesto del Partito Coomunista di Marx e Engels per dedurre che la responsabilità del fatto che oggi molti operai votino Lega o PdL stia in capo a Bertinotti piuttosto che a Bellotti. Ma ho l'impressione che non sia proprio così e oltre tutto non voglio arrivare a dogmatizzare persino l'esercizio del dubbio.
Ed allora la dissoluzione del partito può avvenire sia perchè molti lo abbandonano, sia perchè qualcuno spinge fuori gli altri con la sua ottusa incapacità di confrontarsi sobriamente e serenamente su prospettive differenti. E' una questione (sicuramente, diciamo, "trasversale" agli schieramenti interni) di incultura politica. O forse è proprio una cultura politica ben precisa, con la quale mi sento di condividere pressochè nulla.
In entrambi i casi c'è addirittura un pezzo del vissuto di ciascuno di noi. Sicuramente un pezzo di storia di questo partito.
Perdonate lo sfogo.
Michele Piras
azz segretà ogn'asfogo :)!
Se cerchi i miei interventi vedrai che capisco, non condanno e sopratutto non do del traditore a chi opta per una linea diversa dalla "mia"!
Questo ovviamente non mi vieta di dire che l'operaio non si sia sentito tradito da Bertinotti (cito lui per attenermi al tuo ragionamento)...cazzo c'entra Bellotti che gli dicevate "se seguiamo voi diventeremo extraparlamentari!"?
Per non ergermi a compagno unico depositario della pravda in tasca ho anche detto "la storia ci metterà tutti alla prova!"...e anch'io nel mio piccolo, pur se agisco con convinzione, sono "revocabile" in qualsiasi momento!
E tutto questo insieme non mi vieta di pensare che la storia della sinistra unita è non più un "con chi ci sta", ma un "a seconda di chi la proclama per primo!". Penso di non offendere nessuno se dico che si fa sempre un discorso sul contenitore (e sul suo custode) e non sui contenuti!
Altre due cose:
Vendola a Quartu si vantava di aver costruito un partito con culture differenti dalla sua. Posso dire anch'io di riconoscermi in una maggioranza ("la linea nazionale!!!") composita?
Posso dire che vedo nel Gap uno strumento non certamente Rivoluzionario ma uno strumento che dopo anni di cretinismo parlamentare cerca una connessione materiale con la nostra gente? Posso dire di riconoscermi in un documento politico del Cpn che, anche se non totalmente sovrapponibile con il mio modo di pensare, è un grande passo in avanti?
Per concludere, perché non vai a dire a Sansonetti (abbiamo avuto una bella chiacchierata nel passato recente io e te su Liberazione) di rispettare la linea ("la linea nazionale!!!") emersa democraticamente a Chianciano?
TupacaMauroPireddaQuellodiBanari!
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