Rifondazione passa dai 36000 voti del 2005 ai 15000 ( 2,8 % ) del 2008, il PdCI passa dai 21000 voti del 2005 ai 9900 del 2008, I Verdi e Sinistra Democratica si presentano uniti sotto la sigla “La Sinistra” e prendono 12000 voti. Il PD perde dieci punti percentuali e l'Italia dei valori vola al 15%. Questo risultato va letto, però, in un contesto politco-elettorale dove Rifondazione si presenta alleata con il centro-sinistra e quindi senza il prevalere della logica del voto utile. Potete trovare tutti i dati, sia delle regionali 2005 che del 2008, sul sito del Ministero dell'interno. RED. A voi i commenti!
Elezioni in Abruzzo: vince l'astensione!
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5 commenti:
Cari compagni,
mi sembra che questo articolo sia francamente fuori dalle righe. La federazione di Cagliari dovrebbe rappresentare tutti i circoli ed i militanti della provincia. Non solamente coloro i quali hanno votato una mozione.
Ciò vale tanto per le iniziative pubbliche quanto per il sito.
saluti
Alessandro Lobina
Caro Alessandro,
perché dovrebbe essere fuori dalle righe? Tra l’altro non è neanche un articolo; è solo, in estrema sintesi , un accenno al risultato delle elezioni in Abruzzo. Non c’è, tra l’altro, nessun giudizio. I giudizi e le interpretazioni del voto in Abruzzo, se ritenete e se vi fa piacere, spettano ai voi con i commenti.
E’ stato riportato uno stralcio della dichiarazione di Paolo Ferrero che è pubblicata sul sito nazionale. Non vedo cosa c’entrino le aree. Io credo che ci sia poco da essere contenti del risultato in Abruzzo; il risultato è scadente per tutta la sinistra, nessun escluso. Dal mio punto di vista non c’è stata nessuna tenuta. Ma i dati parlano da soli.. Comunque, per una questione di correttezza, porrò chiaramente la mia firma. Se qualcuno di voi vuole scrivere qualcosa sulle elezioni in Abruzzo è libero di farlo. Verrà pubblicato nel sito senza nessuna censura. Però non mi si può ( a me come agli altri ), in nome di non so quale “rispetto rigido della linea” o delle “righe”, vietare di scrivere quello che penso. E poi, Ale, “fuori dalle righe” potrei dire la stessa cosa della gestione che qualcuno sta facendo del sito dei GC Sardi, con articoli ed interviste senza firme e che lasciano credere che sia opera dell’intera organizzazione o dell’esecutivo..ma non voglio aprire polemiche.. lasciamo perdere!!! Ognuno dica la sua. Siete liberi di farlo; il sito è a disposizione di tutto il partito.
Poi non ho capito cosa intendi per le iniziative pubbliche..forse facevi accenno alla raccolta dell'appello, da parte vostra, di partecipare tutti assieme allo sciopero generale dietro lo striscione delle federazione di Cagliari?
Dai..un briciolo di serietà!
Dunque Gianni Chiodi sarà il nuovo governatore della Regione Abruzzo, al candidato del Pdl sono andate poco meno del 50 per cento delle preferenze (48,81), contro il 43 di Carlo Costantini (Idv-Pd). Rodolfo De Laurentis (Udc) ha ottenuto il 5,38 per cento dei voti.
Il primo partito però, è quello degli astenuti, la percentuale dei votanti si attesta al 53 per cento, contro il 69 fatto registrare nel 2005, anno dell’elezione di Ottaviano Del Turco.
Carlo Costantini prende il 3% in meno rispetto alla sua coalizione, Gianni Chiodi fa il contrario (2% in più). L’Italia dei Valori quintuplica i voti rispetto alle regionali del 2005, la formazione di Di Pietro si attesta al 15%, lo scarto dal Pd(19,61%) è risicatissimo.
Male i partiti della sinistra: Rifondazione si ferma sotto il 3%, i Comunisti Italiani non arrivano al 2.
Nel Partito Democratico è ora che suoni la sveglia, che si legge o Veltroni si dimette- pardon! cambia strategia- ora, oppure Berlusconi governerà fino alla fine dei tempi.
Riporto la dichiarazione di Gennaro Migliore. Opinione abbastanza equilibrata.
Federico Loi
“Basta col tormentone di Liberazione. La Direzione di Rifondazione deve riunirsi immediatamente ma per discutere del disastro elettorale che ha coinvolto l'intero centrosinistra in Abruzzo, non certo del Direttore di Liberazione. Il dato elettorale rivela un dilagare della disaffezione che si traduce in percentuali di astensionismo mostruose. Il Pd crolla rovinosamente ma l'unico a intercettare i consensi persi dal Partito democratico è Di Pietro. Una sinistra frammentata e divisa non riesce invece a risollevarsi nonostante l'assenza del tema, in Aprile letale, del voto utile". "E' incredibile - prosegue Migliore - che il Segretario del Prc Ferrero dichiari che la sinistra divisa prende più voti. I dati dicono che nessuna tra le forze della sinistra arriva neppure al 3%, ma il conto è ancor più negativo se si guardano i voti assoluti e non le percentuali dovute all'impennata dell'astensionismo. Il PRc ha perso seccamente migliaia e migliaia di voti. Ciò significa che non ha saputo porsi come credibile alternativa nè dal punto di vista politico nè dal punto di vista morale".
A me non pare che l'articolo del mio omonimo sia sopra le righe.
Direi invece che è una forzatura affermare che "la sinistra va bene quando è divisa" e va male quando è unita.
Perchè da una parte la perdita di oltre metà dei voti del Prc mi pare un dato al quale non si possono applicare sconti, altrettanto dicasi per il PdCI e, indubbiamente, nemmeno il risultato della lista SD-Verdi mi pare troppo entusiasmante.
Piuttosto è notevole il fatto che se si sommano (pure artificiosamente, ma tanto siamo sul terreno puramente analitico) i voti presi dalle tre liste di sinistra si arriva a pareggiare precisamente il conto di quelli presi dalla sola Rifondazione nel 2005. Se ci dovessimo aggiungere anche i voti del PcL la sostanza cambierebbe di pochissimo.
Si arriverebbe insomma (in un contesto a fortissimo astensionismo) al 6,4%. Certo non si tratta di un dato irrilevante rispetto a quelli attuali tendenti al prefisso telefonico e, tuttavia, mi pare che si tratti di una percentuale di consenso assolutamente insufficiente a rappresentare un consenso adeguatamente "popolare" alla sinistra.
Il dato emergente perciò è innanzitutto il crollo del PD e il boom dell'IdV, al quale del resto il partito in Abruzzo si è inizialmente "accodato" sulla questione morale, traendone il beneficio che tutti possiamo "laicamente" e serenamente leggere dai dati elettorali che, seppur interpretabili, sono sufficientemente inequivoci.
Su questo ha ragione Migliore a dire che il Prc non è riuscito a porsi come alternativa credibile: nè sul piano politico, né sulla questione morale.
Una sinistra unita avrebbe potuto ottenere di più? Non ci è dato sapere. Mi sorge tuttavia il dubbio che il problema sia risolvibile solo in termini di rappresentazione elettorale. In altri termini non penso che un cartello o una lista di sinistra unita avrebbe spostato di molto l'orientamento degli abruzzesi.
Penso (a naso) che dovremmo guardare con serietà al dato dell'astensionismo. E' quasi scontato dirlo ma ritengo che li ci siano i voti che noi dovremmo provare a recuperare.
Ma questa operazione non si può ottenere se non con la credibilità di un progetto nuovo, che non può che avere un connotato processuale, investire in maniera partecipativa l'ambito diffuso della sinistra e (da qui e solamente da qui) indicare una prospettiva, anche sul terreno elettorale.
Da questo punto di vista è evidente (dall'esperienza della Sinistra Arcobaleno in primis) che presentarsi uniti è insufficiente, altrettanto quanto è (persino) banale dire che la sconfitta storica che abbiamo subito solamente ad Aprile è un fenomeno che tende al lungo periodo, che non si inverte certamente sul piano simbolico e delle identità tradizionali della sinistra.
In definitiva penso che le elezioni abruzzesi dovrebbero aprire una fase dentro il partito di ripensamento complessivo e che ci segnalino innanzitutto che Chianciano è superata e va rimessa in discussione: da molti punti di vista. Direi persino quello che ha sostenuto a suo tempo chi vi parla.
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